Sanità, Approvata prima legge nazionale sull’autismo

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E’ stata approvata oggi la prima legge nazionale sull’autismo. La commissione Igiene e Sanità del Senato, in terza lettura e in sede deliberante, ha dato il via libera al disegno di legge che prevede l’inserimento nei livelli essenziali di assistenza dei trattamenti per l’autismo, l’aggiornamento delle linee guida per prevenzione, diagnosi e cura, oltre alla ricerca nel campo.

Le disposizioni in materia di diagnosi, cura e abilitazione delle persone con disturbi dello spettro autistico e di assistenza alle famiglie prevedono l’aggiornamento triennale delle Linee di indirizzo per prevenzione e cura, estendendole non solo alla vita del bambino autistico ma anche all’adolescente e adulto. Inoltre si stabilisce l’inserimento dell’autismo nei Lea (Livelli essenziali di assistenza) per garantire uniformità di trattamento nelle varie Regioni. I Lea contengono misure che definiscono servizi sia in ambito domiciliare che ambulatoriale, l’individuazione precoce del disturbo, un programma terapeutico riabilitativo personalizzato, un training della famiglia, fino alla collaborazione con le scuole. Infine il nuovo provvedimento impegna il ministero della Salute a promuovere ricerca di tipo biologico e genetico, ma anche di tipo riabilitativo e sociale. Non sono stati però disposti fondi ed è questo l’aspetto più criticato della normativa.

Soddisfatto il presidente del Senato Pietro Grasso. “Il 2 aprile scorso abbiamo illuminato Palazzo Madama di blu, aderendo alla ‘Giornata Mondiale della consapevolezza dell’autismo’: in quella occasione avevo espresso l’auspicio che diventasse al più presto legge il Disegno di Legge che prevede interventi finalizzati a garantire la tutela della salute, il miglioramento delle condizioni di vita e l’inserimento nella vita sociale delle persone con disturbi dello spettro autistico – ha detto – . Sono felice che oggi, anche grazie alla mia decisione di assegnarlo in sede deliberante alla Commissione Sanità per rendere più rapido il suo iter in Parlamento, sia stato definitivamente approvato all’unanimità: è la prima legge nazionale su questo tema”.

“La legge prevede, nel rispetto del riparto di competenze tra Stato e Regioni in materia sanitaria, interventi volti a garantire la tutela della salute, il miglioramento delle condizioni di vita, l’inserimento nella vita sociale delle persone con disturbi dello spettro autistico, l’aggiornamento delle linee guida, l’inserimento nei Lea della diagnosi precoce, della cura e del trattamento individualizzato, l’incentivazione della ricerca, le buone pratiche educative. “Grazie a questa legge il Ssn offrirà alle persone con autismo interventi organici riconosciuti scientificamente”, sottolineano i relatori Lucio Romano (esponente di Democrazia Solidale, del Gruppo perr le autonomie) e Venera Padua (Pd).

C’è chi invece critica il provvedimento, come il M5S che si aspettava di più, soprattutto per quanto riguarda i fondi per la ricerca. “La legge appena approvata dalla Commissione sanità del Senato non è risolutiva per le famiglie con bambini autistici. La maggioranza, dopo essersi riempita la bocca di belle parole e false promesse, alla fine ha deciso di fare una legge a costo zero, senza stanziare fondi nemmeno per la ricerca – affermano le senatrici del M5S, Manuela Serra e Paola Taverna – . Così oggi ci ritroviamo con un provvedimento pieno di buoni propositi, ma insufficiente nei contenuti e nei risultati e per questo in commissione abbiamo scelto di astenerci. Si è persa un’occasione preziosa per aiutare davvero le 368mila famiglie coinvolte dal problema dell’autismo”. E aggiungono: ” Per noi senza un fondo per la cura dei soggetti affetti da autismo non si va da nessuna parte, perchè senza risorse è impossibile non solo fare ricerca, ma anche garantire alle famiglie personale professionalmente preparato e la continuità didattica a scuola”.

Malattia diffusa, l’autismo, secondo il Centers for disease control and prevention (organismo di controllo sulla sanità pubblica degli Stati Uniti d’America), colpisce un bambino americano su 88. Con tasso di incremento cresciuto di 10 volte negli ultimi 40 anni, viene considerata una quasi-epidemia, dovuta, spesso, secondo recenti studi, a fattori genetici e ambientali.

da Repubblica.it