Dislessia: cosa significa e quali sono i sintomi

La dislessia, insieme alla disgrafia, alla disortografia e alla discalculia fa parte dei Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA). Le linee guida sviluppate dalla Legge 170/10 che tutela gli studenti con DSA descrivono la dislessia come “una minore correttezza e rapidità della lettura a voce alta rispetto a quanto atteso per età anagrafica, classe frequentata, istruzione ricevuta”.

La persona con dislessia in generale legge più lentamente e con molta difficoltà rispetto alla norma dell’individuo di pari età e scolarità.

In base alla tipologia del disturbo, si possono manifestare difficoltà di lettura delle lettere, delle parole o delle non-parole (ovvero parole che sono inesistenti nella nostra lingua) e di intere frasi.

La dislessia, così come tutti i Disturbi Specifici dell’Apprendimento, deriva da un deficit cognitivo, ma si tratta di una condizione neurobiologica.

Cosa significa questo? Significa che il bambino o adulto con dislessia possiede una intelligenza e delle capacità cognitive che sono nella norma, poiché la dislessia riguarda solamente l’apprendimento collegato alla lettura.

La dislessia evolutiva: cosa significa?

La dislessia viene anche descritta come disturbo evolutivo poiché la sua manifestazione avviene in età evolutiva, ovvero nell’infanzia.

Questo aspetto fondamentale della dislessia ci porta a concludere come sia di fondamentale importanza riconoscere i primi segnali di questo disturbo in modo da poter intervenire e correggere precocemente.

I primi segnali di dislessia

Essere in grado di riconoscere i segnali della dislessia è di fondamentale importanza per cominciare il prima possibile un percorso di di intervento che sia in grado di compensare questo disturbo e che allo stesso tempo coinvolga la rete intorno al bambino con dislessia: i genitori, gli insegnanti e i famigliari.

La persona con dislessia può essere individuata prima di tutto a scuola già dai primi mesi. I segnali di allarme che dovrebbero esser presi in considerazione a scuola sono:

  • lettura difficoltosa e lenta con numerosi errori (scambio di vocali o di consonanti, salto o omissione di lettere, aggiunta di parole, salto di righe);
  • scrittura difficoltosa con numerosi errori (scambio di vocali o di consonanti, salto o omissione di lettere, aggiunta di parole, salto di righe);
  • copia dalla lavagna con difficoltà e lentezza.

Le difficoltà si evidenziano nella lettura di lettere, parole e non-parole, brani ma anche di simboli e numeri.

Come viene diagnosticata la dislessia

Sono disponibili diversi strumenti che possono essere utilizzati per dare un’indicazione di possibili difficoltà dislessiche. Questi test di screening e le liste di controllo possono essere di grande aiuto per garantire che il supporto sia messo in atto rapidamente, ma non possono fornire una diagnosi.

La dislessia può essere diagnosticata formalmente solo attraverso una valutazione diagnostica effettuata da un valutatore certificato.

I test di screening sono progettati per dare un’indicazione di possibili difficoltà dislessiche. Non sono una diagnosi.

Ci sono molti tipi diversi di test di screening; in un ambiente educativo alcuni vengono eseguiti al computer, altri devono essere somministrati da un insegnante. Alcuni si limitano a dare una stima della probabilità che il bambino/la persona abbia difficoltà dislessiche. Alcuni offrono un profilo più dettagliato dei punti di forza e di debolezza, che aiutano a definire una strategia di insegnamento appropriata.

Laddove qualsiasi test di screening indica una moderata o alta probabilità di difficoltà dislessiche, la migliore linea d’azione è quella di seguire una valutazione diagnostica completa. Ciò determinerebbe la natura precisa delle difficoltà dislessiche e delle difficoltà correlate.