«Ragazzino autistico legato 14 ore al giorno per cinque mesi»

287

Dal Corriere della Sera

di Elvira Serra

I FATTI RISALGONO AL 2012: SEDICENNE ERA STATO RICOVERATO «A SCOPO PRECAUZIONALE»

Deve avere avuto paura ogni giorno, dei cinque mesi trascorsi nel Reparto B del Servizio psichiatrico di diagnosi e cura dell’ospedale di Alzano Lombardo. Deve avere avuto paura quando è stato legato mani e piedi per diciassette ore al giorno per una settimana intera: «A scopo precauzionale», secondo il medico che supervisionava il suo caso. Deve avere avuto paura la notte del 6 agosto 2012, quando è stato costretto e lasciato solo chiuso a chiave dentro la sua stanza. E infine deve aver avuto paura ogni notte, dal 27 marzo al 22 agosto di quell’anno, mentre veniva sottoposto a «contenzione notturna» con una fascia addominale e cavigliere per «prevenire» eventuali atti aggressivi verso di sé o verso gli altri.

Questa storia, sconcertante già per un adulto, ha per protagonista un sedicenne, ai tempi dei fatti, con diagnosi di psicosi autistica e ritardo mentale. Era stato ricoverato ad Alzano Lombardo, nella sezione che fa riferimento al Dipartimento di salute mentale dell’Azienda ospedaliera Bolognini di Seriate. Appena arrivato lo avevano sistemato nel reparto degli adulti perché non erano disponibili altri letti, ma poi è stato tenuto lì per tutta la degenza, durata cinque mesi. Contro i metodi di assistenza riservati al ragazzino, lo psichiatra Gavino Maieli, che prestava e presta tuttora servizio in quella struttura, ha presentato una denuncia alla Procura di Bergamo, assistito dal suo legale Isacco L. Sacco.

I fatti raccontati fanno ipotizzare l’abuso di mezzi di correzione su minore, maltrattamenti, violenza privata, lesioni psichiatriche gravi, sequestro di persona: tutto aggravato dallo stato psichico dell’adolescente e dalla sua chiara incapacità di intendere e di volere. Il pm Letizia Ruggeri (la stessa che sta seguendo il caso di Yara Gambirasio) ha aperto un fascicolo. Che il giovane paziente durante le sue crisi necessitasse di essere legato è verosimile. Si tratta di un intervento molto aggressivo giustificato dal fatto che chi sta male rischia di fare del male a se stesso e ad altre persone. Tuttavia la contenzione fisica non soltanto si deve praticare in casi estremi, ma deve durare per il tempo strettamente necessario al superamento della fase acuta.

Eppure, nel resoconto ufficiale fornito dall’azienda ospedaliera sulle contenzioni documentate durante il 2012, emerge che quell’anno sono stati legati 34 pazienti per un totale di 3.872 ore: di queste, quasi il 57%, cioè 2.192 ore, sono state inferte al ragazzino autistico, con una media di circa quattordici ore al giorno. Nella denuncia si contesta anche il fatto che la madre del sedicenne non sempre veniva informata sul trattamento riservato al figlio. In particolare, il 3 agosto 2012 nella cartella clini ca venne data l’indicazione di contenere il ragazzino ai quattro arti durante la notte «in via sperimentale» per fare uno «svezzamento» con il permesso e l’autorizzazione della mamma, che sarebbe dovuta essere allontanata dopo che il paziente si fosse addormentato.

Questo sarebbe dovuto servire per interrompere il legame simbiotico tra madre e figlio. Eppure la donna, non soltanto non era stata consultata, ma non aveva autorizzato un simile trattamento. Tant’è che il giorno dopo una dottoressa si scusò con lei. Maieli ha motivo di credere che la stessa cartella clinica sia stata manipolata: «In numerose pagine risulta modificata in maniera quantomeno impropria la numerazione, con “salti” anche di 30 pagine». Sarà la dottoressa Ruggeri a fare chiarezza.

Articolo originale.