Autismo e vaccini: da dove nasce la leggenda?

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La medicina progredisce grazie a numerosi studi ripetuti, conferme ed esperimenti riprodotti da vari ricercatori che devono convergere e convincere la comunità scientifica: è il metodo scientifico.

Da un’ipotesi si passa a un dato oggettivamente plausibile attraverso un’analisi di dati che deve dare riscontri significativi.

C’è chi invece, per interessi personali, malafede, incompetenza o avidità non ha alcun vantaggio a seguire le regole scientifiche e si muove nel sottobosco della pseudo-scienza creando volontariamente conclusioni del tutto inattendibili con un unico scopo: guadagnare denaro.

“Tre uomini fanno una tigre” è un detto cinese che simboleggia come una premessa infondata, ripetuta di continuo, è trasformata in realtà ed il caso  della correlazione “vaccini-autismo” ne è proprio un esempio lampante essendo tra le leggende mediche più diffuse: le vaccinazioni causerebbero l’autismo.

Ma vediamo da dove nasce questa convinzione.

Questa bufala nasce da una truffa sfrontata che ha causato delle vittime ed è talmente spacciata per vera che qualcuno finisce per crederci, anche i giornalisti, che così diffondono notizie allarmanti e infondate tradendo il loro dovere di ricerca di fonti autorevoli.

L’autismo è un disturbo dello sviluppo che insorge solitamente nell’infanzia e che coinvolge non solo le abilità sociali, ma “sacrifica” e condiziona intere famiglie, soprattutto per la mancanza di strutture di assistenza preparate e diffuse nel territorio.

Nell’autismo non esiste una causa certa o singola definita, ma molti studi indirizzano verso una componente genetica. Negli ultimi anni inoltre, lo sviluppo delle tecniche diagnostiche e l’aumentata attenzione sul problema hanno incrementato il numero di diagnosi, tanto che i casi di autismo sembrano aumentati vertiginosamente. Tuttavia, in realtà la sua incidenza è identica nelle varie fasce d’età (circa l’1%), dimostrando come non siano aumentati i casi ma il numero di diagnosi (non aumenta l’incidenza negli anni ma il numero di casi diagnosticati).

Chi non conosce l’origine della vicenda potrà trovarla incredibile e sorprendente.

Questa storia inizia nel 1998.

Andrew Wakefield, un ex medico inglese, pubblicò su Lancet uno studio secondo il quale in alcuni bambini vi era un’associazione tra problemi intestinali, disturbi dello sviluppo e fattori ambientali.

Lo studio destò da subito un certo scetticismo (campione molto ridotto, test discutibili, conclusioni forzate), ma il suo autore cominciò una serie di conferenze annunciando la scoperta di una correlazione tra vaccino trivalente MPR (anti morbillo, parotite, rosolia) e autismo, consigliando, al posto di questo, una vaccinazione singola per ogni malattia, formulazione che non esisteva in commercio.

La scarsa prudenza di Wakefield ebbe alcune conseguenze.

La prima fu il crollo delle vaccinazioni in Inghilterra: il risultato fu un’epidemia di morbillo che causò oltre mille casi e due decessi.

La seconda fu la scoperta che l’ex medico aveva già brevettato (UK patent application number 9711663.6) un sistema di vaccinazioni singole (e guarda caso una cura per i problemi intestinali dei soggetti autistici): esattamente ciò che consigliava nelle sue conferenze.

Il conflitto d’interessi era più che un sospetto fino alla scoperta di un finanziamento (oltre 500.000 sterline) a Wakefield da parte di un avvocato che sosteneva cause di risarcimento contro lo stato per bambini autistici con presunti danni da vaccino.

Al legale mancava un appiglio scientifico (visto che fino ad allora nessuno studio aveva sospettato questa correlazione) e Wakefield lo fornì, barando.

La scoperta ebbe sviluppi imprevisti.

Molti dei coautori dello studio chiesero la rimozione del loro nome dalla ricerca e si scoprirono gravi irregolarità sia etiche (bambini pagati poche sterline per prelevarne il sangue, esami molto invasivi effettuati senza necessità) che scientifiche (dati falsificati, manipolati, scorretti).

Altri studiosi di tutto il mondo provarono a replicare lo studio ma nessuno ci riuscì.

Un giornalista scoprì che il medico aveva consapevolmente falsificato la maggioranza dei dati (quasi tutti i bambini non avevano anomalie intestinali, in molti di essi i sintomi autistici erano iniziati prima della vaccinazione…) e Wakefield tentò di recuperare con uno studio che smentiva le sue stesse conclusioni, ma era troppo tardi. Il declino era appena iniziato quando ammise praticamente tutto. Lo studio fu ritrattato da Lancet, il medico radiato dall’ordine britannico e relegato a comparsa in programmi di ufologia e paranormale.

Tutto qui, la leggenda che i vaccini siano correlati all’autismo è fondata su una patetica frode oggi simbolo di malafede scientifica (come dichiarato anche dal BMJ: “La chiara evidenza della falsificazione dei dati ora dovrebbe chiudere la porta a questa dannosa paura dei vaccini”). Ma per alcuni antivaccinisti Wakefield resta incredibilmente un guru.

La scienza però non si ferma e nonostante tutto studia il presunto nesso (è uno degli argomenti più studiati degli ultimi anni) confermandolo come inesistente.

Nonostante questa brutta storia, in tutto il mondo esistono diverse persone che continuano a diffondere ad arte e plagiando numerosi genitori questi allarmi ingiustificati: per loro, nonostante tutto, la leggenda è realtà con conseguente offerta di cure inventate, team di avvocati per richieste di risarcimento ed associazioni di sostegno, kit completo, tutto in vendita sulla pelle dei bambini.

La stanchezza e lo scoraggiamento di molte famiglie sono il primo motivo che le fa cadere in queste trappole e senza nessuno scrupolo si continua a spargere terrore e disinformazione sfruttando l’effetto complottismo, spesso in nome del denaro. Vile ma capace di tutto.