Autismo e migranti, un nuovo “maestro” di fotografia

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L’esperienza di un gruppo di studenti autistici, dei loro compagni e di minori stranieri (in transito in Italia) accanto a Mohamed Keita: immagini e testimonianze del laboratorio di inclusione e integrazione attraverso l’arte migrante “Click! Autobiografie fotografiche”, che si è svolto presso il liceo artistico Via Ripetta di Roma. Il primo laboratorio, “I cinque sensi” ha preso il via dal labirinto disegnato da uno degli studenti autistici del liceo, che ha ispirato la creazione di una vera e propria installazione, “Il labirinto di Icaro involato”, esposta anche al Maxxi, in occasione della Giornata mondiale di consapevolezza dell’autismo. Al laboratorio hanno potuto prendere parte anche minori stranieri in transito in Italia, accanto agli studenti, disabili e non, del Liceo artistico un laboratorio di inclusione e integrazione per eccellenza. Grazie alla sinergia tra la onlus Insettopia e la rete InTransite l’associazione Civico zero, l’Archivio delle memorie migranti, l’Istituto centrale beni sonori e audiovisivi, il circolo Gianni Bosio e la onlus Pianoterra. L’obiettivo della rete è proprio riuscire a creare dei momenti di incontro e di scambio tra giovani italiani e stranieri, disabili e non, a partire anche dalla condivisione dall’esperienza artistica. Sulla stessa traccia si muove il secondo il secondo laboratorio di inclusione e integrazione realizzato all’interno dello stesso liceo artistico: si chiama “Autobiografie fotografiche” e questo nasce dall’incontro tra gli studenti e un fotografo “migrante”, Mohamed Keita. I ragazzi hanno potuto apprendere dal fotografo l’arte dello scatto e hanno dato prova delle capacità acquisite scattando una serie di immagini, che saranno presto esposte in una galleria romana. La fotografia vuole essere in questo caso uno strumento di riappropriazione del mondo da parte di ragazzi che spesso faticano a sentirlo proprio: primi fra tutti, i ragazzi con autismo.