Autismo e riconoscimento facciale

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Cognizione e comportamento: Risposte complesse nel riconoscimento facciale  nel disturbo spettro autistico.

Cattura

Due studi recenti hanno dimostrato come l’elaborazione cognitiva durante l’osservazione dei volti (ed eventuale  riconoscimento facciale) sia complessa e che possa dipendere dai diversi task nelle persone con ASD.

Il primo studio  mostra come i bambini con autismo hanno un’attività cerebrale simile a quella nei bambini del gruppo di controllo quando descrivono le emozioni sollecitate da fotografie nonostante precedenti studi in adulti con autismo si sia riscontrato il contrario. A differenza di alcuni ricerche, i ricercatori nel nuovo studio hanno mostrato ai bambini solo poche fotografie, in modo relativamente lento, e le domande erano più semplici.

Molti studi hanno dimostrato come sia i bambini che gli adulti con ASD si sforzano per riconoscere ed identificare volti e emozioni, sebbene questi deficit siano diventati precocemente sinonimo di autismo, questo nuovo studio suggerisce che questi sintomi sono molto complessi e che possono variare  durante gli esperimenti. I ricercatori hanno mostrato a 26 bambini con sviluppo tipico delle fotografie di situazioni sociali durante un scanner di risonanza magnetica funzionale (fMRI) e veniva chiesto come queste fotografie li facevano sentire (bene o male) e come le persone delle fotografie si sentivano (felici, tristi, ecc). Sono state mostrate anche fotografie di scene e veniva chiesto a loro se queste scene si svolgevano all’esterno o all’interno. In questo gruppo venivano attivate certe regioni che vengono attivate principalmente per descrivere le emozioni. Queste aree (che includono il solco temporale superiore e il giro frontale inferiore) stabiliscono le regioni dei processi emotivi. Quando i ricercatori successivamente hanno svolto lo stesso esperimento con altri 16 bambini (gruppo di controllo) e 17 bambini con autismo (dai 10 a 18 anni) e non hanno trovato differenze significative nell’attività di queste aree tra i due gruppi (controllo e ASD).

Un altro studio, ha approfondito il deficit nel riconoscimento facciale, in questo caso i ricercatori hanno provato a distinguere i deficit nell’abilità di ricordare i visi e l’abilità di percepire i volti in primo piano. I ricercatori hanno allo stesso tempo comparato il riconoscimento di macchine, scene e corpi. Questo studio ha coinvolto 50 bambini con ASD e 50 bambini del gruppo di controllo tutti di età compresa tra i 5 e i 12 anni.  I bambini con autismo si sforzano nel ricordare i volti e sono molto bravi a distinguere un volto che hanno visto precedentemente da uno leggermente differente. I bambini con ASD hanno difficoltà nel ricordare e elaborare i corpi ma non mostrano differenze significative tra il ricordare o elaborare oggetti o scene.  I bambini autistici con sintomi gravi mostrano una memoria più povera che quelli con sintomi lievi o medi.

I risultati mostrano che i deficit nel riconoscimento sono specifici per i volti a differenza di oggetti. I bambini con autismo possono avere difficoltà a ricordare le caratteristiche dei volti perché guardano a diverse regioni del volto a comparazione dei bambini del gruppo di controllo.

Articolo in lingua originale: http://sfari.org/news-and-opinion/in-brief/2013/cognition-and-behavior-complex-response-to-faces-in-autism